FINANZA

Intesa Sanpaolo, l’utile sfonda i 5 miliardi e batte le stime

Intesa Sanpaolo batte le attese e chiude il primo semestre dell’anno con l’utile netto a 5,2 miliardi di euro, in crescita del 9,4% rispetto ai 4,77 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso. Nel secondo trimestre l’utile netto si attesta a 2,6 miliardi di euro, rispetto ai 2,5 miliardi del secondo trimestre del 2024. Positiva la reazione del mercato, che premia il titolo con un incremento del 4 per cento. (Sole 24 Ore)

La banca «migliora la previsione di un utile netto per il 2025 a ben oltre 9 miliardi includendo le azioni gestionali nel quarto trimestre dell’anno per l’ulteriore rafforzamento della sostenibilità futura dei risultati del gruppo». Nel comunicato sui conti a fine marzo il gruppo prevedeva sempre un utile «ben oltre 9 miliardi», ma senza menzionare i possibili oneri straordinari collegati alle «azioni gestionali». Nel dettaglio, per il 2025 Intesa prevede tra le altre cose «ricavi in crescita, gestiti in modo integrato, con resilienza degli interessi netti (attesi per il 2025 a un livello ben oltre quello del 2023 e per il 2026 in aumento)», «incremento delle commissioni nette e del risultato dell’attività assicurativa», «forte crescita degli utili da trading», «costi operativi in riduzione» e «basso costo del rischio». Intesa sottolinea che il piano al 2025 è «prossimo al completamento».

Tornando al semestre, i proventi operativi netti si sono attestati a 13,8 miliardi (+1,1%), con interessi netti a 7,4 miliardi (-6,8%) e commissioni nette a 4,9 miliardi (+4,7%). Stabili (-0,2%) a 5,2 miliardi i costi operativi, per un rapporto cost/income sceso al 38%. Quanto alla solidità patrimoniale, il coefficiente Cet 1 è al 13,5%, «in crescita di 65 centesimi di punto nel semestre» deducendo dal capitale circa 3,7 miliardi di dividendi maturati nel semestre e 2 miliardi di buyback avviato a giugno.

I risultati del primo semestre di Intesa Sanpaolo portano ad un significativa creazione di valore per tutti gli stakeholder. In particolare ad un significativo ritorno cash per gli azionisti: circa 3,7 miliardi di dividendi maturati nel semestre, di cui circa 3,2 miliardi previsti come acconto dividendi da distribuire nel prossimo novembre, che si aggiungono al buyback pari a 2 miliardi di euro avviato a giugno 2025. L’odierno consiglio di amministrazione ha ravvisato un acconto dividendi cash – da distribuire a valere sui risultati del 2025 – di circa 3,2 miliardi di euro e la delibera consiliare in merito all’acconto dividendi verrà definita il 31 ottobre prossimo, in occasione dell’approvazione dei risultati consolidati al 30 settembre 2025, in relazione ai risultati del terzo trimestre 2025 e di quelli prevedibili per il quarto trimestre 2025. Ulteriore distribuzione per il 2025 sarà quantificata quando verranno approvati i risultati annuali.

Intesa Sanpaolo ha chiuso a giugno «il miglior semestre di sempre». Lo sottolinea l’a.d. Carlo Messina dicendosi «particolarmente soddisfatto» dei risultati raggiunti. Intesa vede così «consolidarsi un ruolo unico tra le grandi banche europee, essendo in grado di assicurare un Roe del 20%, con uno dei più elevati shareholder return in combinazione con la promozione di un programma dalla vasta portata volto alla riduzione delle ineguaglianze e al supporto delle persone in maggiore difficoltà». «Per il 2025 – ha aggiunto – ci attendiamo un utile netto di ben oltre i 9 miliardi di euro, grazie al forte potenziale di crescita organica della banca» e «con una delle remunerazioni per gli azionisti più elevate nel panorama bancario europeo, quest’anno restituiremo almeno 8,2 miliardi di euro agli azionisti, considerando il saldo dividendo di maggio, il buyback avviato a giugno e il prevedibile interim dividend di novembre». «Ulteriori distribuzioni di capitale – ha concluso – saranno quantificate a fine esercizio».

Messina, nel corso della conference call con gli analisti, è poi intervenuto sul tema del risiko: «Non cambierò idea» sulla volontà di non entrare nel processo di consolidamento del settore bancario italiano. «Il nostro atteggiamento è di stare assolutamente senza alcun tipo di coinvolgimento» nell’M&A, «anche perché avremmo rilevanti questioni antitrust» in Italia, ha sottolineato. «Quello che sta succedendo – ha notato ancora riferendosi alle operazioni sul mercato – è qualcosa che ho definito far west. Non mi piace quello che succede nel paese e lo stile di Intesa Sanpaolo è completamente diverso da quello che succede nel paese», ha concluso.

Redazione

 

 

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