La strategia di fondo è chiara: l’innovazione tecnologica come elemento chiave per portare avanti il percorso di decarbonizzazione attraverso un mix energetico e tecnologico che consenta di raggiungere la neutralità carbonica al 2050 garantendo a tutti accesso all’energia sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale. Perché per Eni una transizione tecnologica e la neutralità carbonica devono andare di pari passo con la necessità di un approccio “tecnologicamente neutro” utilizzando soluzioni consolidate e tecnologie d’avanguardia. (Sole 24 Ore)
Da qui la scelta del gruppo guidato da Claudio Descalzi di puntare su un modello di innovazione tecnologica che poggia su tre “gambe”: 1) le competenze proprietarie altamente specializzate insieme a un approccio flessibile; 2) le alleanze e le collaborazioni con centri di ricerca e atenei (anche internazionali) ma anche con partner industriali; 3) e, infine, il sistema di “open innovation”, che contribuisce alla creazione di valore derischiando le attività del Cane a sei zampe sfruttando anche i grandi benefici derivanti dalla cooperazione con altri attori dell’ecosistema tecnologico.
Insomma, un mosaico molto articolato, nell’ambito del quale si inserisce anche il ricorso all’intelligenza artificiale che per Eni rappresenta una tecnologia fondamentale per la propria trasformazione e viene utilizzata in diverse aree per migliorare le operazioni, accelerare la ricerca e lo sviluppo e creare valore per gli stakeholder. Ma sempre attraverso un approccio strategico e responsabile e con un forte focus sull’etica e sulla centralità dell’essere umano.
Per spingere lo sviluppo e l’implementazione dell’AI, il supercalcolo è considerato una tessera cruciale perché fornisce la potenza di calcolo necessaria per gestire grandi quantità di dati e addestrare modelli complessi. E sono diverse le aree di applicazione all’interno del gruppo. La prima è l’ottimizzazione operativa: Eni utilizza, infatti, l’AI per migliorare l’efficienza, la sicurezza e l’affidabilità degli asset industriali. Ciò include la manutenzione predittiva, l’ottimizzazione dei processi e la gestione dell’energia.
La seconda area è rappresentata da tutto il filone della ricerca e dello sviluppo. Il motivo è chiaro: l’AI è un motore fondamentale per accelerare lo sviluppo di nuove tecnologie e soluzioni energetiche, compresa la scoperta di nuovi materiali, l’ottimizzazione dei processi e lo sviluppo di gemelli digitali. Ma costituisce altresì anche un significativo supporto ai dipendenti dal momento che il gruppo usa l’AI per semplificare i processi lavorativi e creare strumenti di “co-pilota” per aumentare le capacità e migliorare la qualità del lavoro.
Il tutto, però, come detto, in un’ottica che pone sempre l’essere umano al centro dello sviluppo e dell’utilizzo dell’AI, considerandola uno strumento complementare alle capacità umane, e che vede il gruppo impegnato a utilizzare l’AI in modo etico, responsabile e trasparente, minimizzando i rischi e proteggendo la fiducia degli stakeholder. Senza tralasciare la necessità di investire nella formazione e nello sviluppo delle competenze dei propri dipendenti per affrontare le nuove sfide tecnologiche affinché si diffonda una cultura della responsabilità nell’uso di questo tipo di strumento.