Lo spread Btp-Bund avvia le contrattazioni poco mosso, con il differenziale di rendimento dei titoli di Stato italiani e tedeschi che si muove attorno ai 91 punti base. Sostanzialmente stabile al 3,437% anche il rendimento dei Btp. (Il Messaggero)
La fiducia nella tenuta dei conti pubblici italiani continua a crescere. A testimoniarlo, ancora una volta, la cartina di tornasole dello spread. Al termine della giornata borsistica di ieri, il differenziale tra il titolo italiano a dieci anni (Btp) e l’omologo tedesco (Bund) si è ridotto di un altro punto base portandosi a 91,3 punti dopo aver spinto, nel corso della seduta, fino a quota 90,8. L’ultima volta che si era toccato questo livello risale febbraio 2021, più di quattro anni fa, quando a Palazzo Chigi si era appena insediato Mario Draghi e l’economia italiana, come quella globale, era in preda al contagio della pandemia. Un quadro a tinte fosche ben diverso da quello attuale come testimoniano numerosi fattori.
Da ultimo, i giudizi delle agenzie di rating americane, tutte concordi – persino Moody’s, la più temuta e severa tra le «Big Three» specializzate nell’analisi dell’affidabilità creditizia dei governi – nel promuovere la solidità dei fondamentali economici italiani migliorandone le prospettive («outlook») di crescita.