INNOVAZIONE

IA e mondo digitale: per 1 italiano su 3 il racconto dei media non è equilibrato

Sono pochi gli italiani che ritengono equilibrato il modo in cui i media raccontano gli sviluppi del mondo digitale (31%) e dell’ intelligenza artificiale (27%). È quanto emerge da un sondaggio nazionale condotto da Quorum/YouTrend per la Fondazione Pensiero Solido, con l’obiettivo di indagare il rapporto tra i cittadini e il mondo digitale, con un focus sull’intelligenza artificiale. La ricerca è stata effettuata con metodologia CAWI tra il 10 e il 13 ottobre 2023 su un campione di 803 intervistati rappresentativo della popolazione maggiorenne residente in Italia. (Sole 24 Ore)

I dati rilevano come due italiani su tre (66% del campione) si informino regolarmente sul mondo digitale, con il 44% che dichiara di farlo “abbastanza”, ma spesso senza approfondire. La sicurezza informatica è l’ambito verso cui i cittadini mostrano più interesse, con il 68% degli intervistati che si definiscono “molto o abbastanza” interessati al tema. Seguono la sanità digitale (60%), l’e-commerce (59%), i social network (58%), l’educazione digitale (57%), l’intelligenza artificiale (51%), il diritto informatico (42%), i videogiochi (29%), i big data (27%), fintech o tecnofinanza (24%).

TV, internet e social media sono i canali principali con cui i cittadini si informano sul digitale. In particolare, la televisione è scelta dal 56% del campione, i siti internet specializzati dal 53%, i social network dal 49%, i quotidiani cartacei e online dal 38%, la radio dal 29%, le riviste specializzate dal 21%, i libri e i podcast dal 18%, le newsletter dal 17%.

Dal sondaggio emerge poi come meno di un italiano su tre ritenga che i media raccontino il mondo digitale in maniera equilibrata. Per il 30% degli intervistati la narrazione è “eccessivamente entusiastica”, per il 31% “generalmente equilibrata” e per il 22% “eccessivamente allarmistica”.

L’intelligenza artificiale, in particolare, appare poco interessante agli occhi degli italiani, con il 52% del campione che dichiara di informarsi “poco o nulla” sull’argomento. Il racconto fatto dai media degli sviluppi dell’IA, poi, sarebbe “eccessivamente allarmistico” (33%). In generale, gli intervistati risultano divisi sull’impatto che l’intelligenza artificiale potrebbe avere sulla società italiana: se il 44% di loro parla di un impatto “generalmente positivo” o “più positivo che negativo”, per il 39% sarà “più negativo che positivo” o “generalmente negativo”.

Su una certezza, però, gli italiani sembrerebbero convergere: l’intelligenza artificiale va disciplinata. È il 63% del campione a sostenere, infatti, che il governo e le autorità internazionali dovrebbero regolamentarne lo sviluppo e la diffusione, mentre solo il 21% si dice contrario a quest’ipotesi. Tuttavia, l’IA non è vista come una priorità dagli intervistati: per il 51% di loro, infatti, ci sono temi più urgenti e prioritari che andrebbero considerati.

Colpisce, poi, come il 67% degli italiani ritenga “molto probabile” o “abbastanza probabile” che nei prossimi anni emerga una grande azienda specializzata nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale che, così come fatto per esempio da Google tra i motori di ricerca, diventi dominante in questo settore. Uno scenario che sembra preoccupare il 59% degli intervistati.

“In momenti di crisi come quello che stiamo vivendo la comunicazione costruttiva è più che mai necessaria. Spetta in primo luogo ai professionisti dell’informazione e della comunicazione praticare una comunicazione che diffonda consapevolezza, conoscenza, responsabilità e coesione sociale. Ma la comunicazione costruttiva è anche un dovere che ci riguarda tutti, a livello personale e comunitario, perché tutti comunichiamo e diffondiamo comunicazione altrui e quindi abbiamo il compito di diffondere conoscenza, consapevolezza, responsabilità. Lo dimostrano i dati del sondaggio Fondazione Pensiero Solido/Youtrend che presenteremo domani. Noi faremo la nostra parte con comunicazionecostruttiva.it e ridando.it, nuovi luoghi digitali dove insegnare e praticare comunicazione costruttiva”, ha dichiarato Antonio Palmieri, Fondatore e Presidente Fondazione Pensiero Solido.

Redazione

 

 

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