Economia

In 4 anni quasi 2 milioni di posti di lavoro, il turismo traina il settore terziario

Tra giugno del 2021 e giugno del 2025 in Italia si sono registrate quasi due milioni di posizioni di lavoro in più, grazie soprattutto alla crescita della ristorazione, dell’alloggio e del commercio ma anche del terziario professionale: il dato emerge dall’Osservatorio Inps sul mercato del lavoro secondo il quale il risultato è stato trainato dai posti di lavoro stabili con 1,27 milioni di posizioni di lavoro in più. (Ansa)

A giugno 2025 il saldo annualizzato (rispetto a 12 mesi prima) è stato positivo nel complesso per 351.789 unità e tra queste 325.285 sono stati i posti di lavoro stabili in più.

Se si guarda ai primi sei mesi del 2025 l’Inps rileva che sono stati attivati 4.252.592 nuovi posti di lavoro a fronte di 3.315.548 cessazioni con un saldo positivo di 937.044 posti. Il saldo per i rapporti di lavoro a tempo indeterminato nel periodo è stato di 256.584 unità in aumento rispetto ai 243.207 registrati nello stesso periodo del 2024.

I dati confermano quindi la forte vivacità del mercato del lavoro con il lieve calo tendenziale delle attivazioni complessive nei primi sei mesi (-2,6%) che si confronta con un calo più deciso per le cessazioni (-2,9%). In parte il calo delle cessazioni è legato dalla stretta sull’accesso al pensionamento anticipato ma anche al calo dei licenziamenti e delle dimissioni. Nei primi sei mesi del 2025 le dimissioni sono state 996.447 con un calo di circa 47mila unità.

I settori che hanno trainato la crescita del lavoro in questi quattro anni sono soprattutto quelli legati al turismo. Nel settore dell’alloggio e la ristorazione si sono registrate 481.714 posizioni di lavoro in più (160.326 a tempo indeterminato), nel commercio sono state 260.723 e nelle costruzioni 286.150 in più anche grazie alla misura di favore per le ristrutturazioni. Nel terziario professionale le posizioni in più rispetto a giugno 2021 sono state 362.896, soprattutto grazie alla produzione di software, consulenza informatica e attività connesse mentre l’unico settore che ha registrato il segno meno nel periodo è quello delle attività finanziarie e assicurative con 12.873 unità in meno in gran parte a tempo indeterminato.

Se si guarda solo all’ultimo anno i settori che hanno perso personale, oltre alle attività finanziarie e assicurative, sono state l’agricoltura e il tessile. Quest’ultimo, da anni sotto pressione grazie alla concorrenza straniera che utilizza lavoro a più basso costo, ha perso oltre 10mila posizioni di lavoro, quasi 6mila delle quali a tempo indeterminato.

“Le buone politiche di questo Governo – ha detto il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon – continuano a parlare con i fatti e con i numeri. Negli ultimi quattro anni il saldo è positivo con 1,97 milioni di posizioni di lavoro, dove il rilievo di contratti di qualità con le posizioni a tempo indeterminato in continuo aumento è sempre più forte”. Nel mercato del lavoro – ha concluso – “dominano sempre di più le forme contrattuali permanenti.”, un “risultato straordinario”.

Redazione

 

 

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