Economia

Pirelli chiude il trimestre in crescita: ricavi +11,7%, utile +4%

 I risultati del primo trimestre di Pirelli sono tutti in crescita. (Ansa)

La crescita organica dei ricavi è stata pari a +12,0% (-0,3% l’impatto derivante dai cambi e dall’iperinflazione in Argentina e Turchia). L’High Value è pari al 75% del fatturato totale (74% nel primo trimestre 2022).

I ricavi per 1.699,7 milioni di euro sono cresciuti dell’11,7%, l’Ebitda adjusted nel primo trimestre è stato pari a 359,7 milioni di euro, in crescita dell’8%, l’ebit adjusted è salito dell’8,6% a 248,1 milioni di euro e infine l’utile netto è salito del 4,7% a 115 milioni di euro. L’azienda ha pubblicato i risultati al 31 marzo 2023 che, grazie all’implementazione dei “programmi chiave” del Piano industriale 2021-2022|2025, mostrano una crescita dei principali indicatori economici, pur a fronte della persistente volatilità dello scenario macroeconomico e di mercato.

Nel primo trimestre 2023 sono state conseguite circa 60 nuove omologazioni tecniche con i principali produttori di auto Prestige e Premium, concentrate principalmente sui calettamenti ≥19” e sulle Specialties. Sul Car è stato ulteriormente rafforzato il posizionamento sull’elettrico grazie a un portafoglio di oltre 350 omologazioni a livello globale e una quota di mercato sul Primo Equipaggiamento Prestige e Premium superiore di 1,5 volte quella sui motori a combustione interna nello stesso segmento. Nel Moto è stato completato il rinnovo della gamma Diablo con l’introduzione del Diablo Supercorsa, mentre nel Cycling è stato introdotto il PZero Race TLR, prodotto super performante caratterizzato da bassa resistenza al rotolamento. È proseguita, inoltre, l’attività sul fronte della sostenibilità, con un focus sempre maggiore sui materiali rinnovabili e riciclati che avranno un peso preponderante nelle linee di prodotto che saranno lanciate nel 2023.

Sono stati conseguiti benefici lordi pari a circa 10 milioni di euro, in linea con le attese e con le tempistiche di sviluppo dei progetti. Tali benefici hanno riguardato il costo del prodotto (modularity e design-to-cost), il manufacturing (ottimizzazione del footprint industriale e azioni di efficientamento), i costi SG&A (ottimizzazione del network logistico dei magazzini e azioni di negoziazione sugli acquisti) e quelli di organizzazione.

La saturazione complessiva degli impianti si è attestata mediamente a circa il 90% e anche oltre nel segmento High Value. È proseguito, inoltre, il programma di decarbonizzazione degli impianti attraverso l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e programmi di efficienza energetica.

Redazione

 

 

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