Economia

Superbonus, chi può allungare il rimborso a dieci anni e non perdere gli sgravi fiscali

Introdurre tutele per gli esodati del superbonus. Cioè per chi, in buona fede, ha avviato lavori di ristrutturazione del proprio immobile, soprattutto se prima casa, senza riuscire ad arrivare in fondo, a causa dell’impasse sul mercato della cessione dei crediti e dei mille cambi di regole arrivati nel corso dell’ultimo anno e mezzo. Dopo le molte proteste che si sono susseguite in questi mesi, davanti al palazzo del ministero dell’Economia in via XX settembre a Roma è andato in scena in questi giorni un presidio degli esodati del superbonus. (Corriere)

L’obiettivo è garantire il legittimo affidamento di chi in totale buona fede aveva avviato lavori con la speranza di utilizzare lo sconto in fattura o della cessione del credito. Spesso, però, questi lavori sono rimasti a metà, con il rischio di pesanti strascichi legali: fallimenti delle imprese o confische degli immobili, solo per citarne due. Così gli esodati hanno chiesto misure di protezione sul fronte civilistico. Una sorta di moratoria per bloccare azioni, fallimenti e pignoramenti. Un intervento non semplice, per la necessità di contemperare tutti gli interessi in campo e non alterare anche le dinamiche di mercato.

Da parte del Mef c’è stato ascolto e il rinnovo della disponibilità del dicastero dell’Economia a trovare soluzioni mirate e non generalizzate sui crediti incagliati. Una delle ipotesi al vaglio dei tecnici è quella di tutelare in particolare chi aveva avviato i lavori o inviato la Cilas o deliberato in condominio prima della stretta sulle cessioni varata già con il Governo Draghi all’inizio del 2022 (Dl 4/2022): questi soggetti sono quelli che avevano fatto affidamento su una circolazione pienamente libera dei crediti, che poi il Governo ha via via ridotto. Si tratterebbe di un intervento “asistematico” nel senso che sarebbe un’eccezione limitata nel tempo e nella platea di riferimento. Sia le modalità operative di questo meccanismo che il veicolo in cui inserirlo saranno oggetto di approfondimenti.

L’incontro è stato anche l’occasione per i partecipanti per portare anche altre richieste al Governo. Ad esempio, la proroga dei lavori già in corso sui condomìni. Dopo i problemi di questi mesi sulla monetizzazione dei bonus casa, molti cantieri avranno difficoltà a centrare la scadenza di fine 2023, essenziale per mantenere l’attuale livello del superbonus al 90 per cento; dopo ci sarà il taglio al 70 per cento. Su questo punto l’Ance ha già chiesto, a più riprese un rinvio di sei mesi, proprio per sostenere chi ha cantieri aperti.

Redazione

 

 

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