Attualità e politica

Nordio: “Ogni procura va per conto suo. Un sistema inadeguato da rivedere completamente”

Carlo Nordio si stupisce che la credibilità della magistratura presso gli italiani sia al 30%: “Quello che sta emergendo è il sospetto che alcune inchieste siano state gestite in modo politico, o comunque in modo opaco e ambiguo. Inoltre Palamara ha fatto, pare, molti nomi, ed ha promesso una seconda puntata. Il Csm ha creduto di cavarsela radiandolo e mettendoci una pietra tombale. Ma temo che abbia sepolto delle creature ancora vive che si faranno sentire”, spiega l’ex procuratore aggiunto di Venezia in un’intervista a Libero.

Sulla struttura Ungheria all’interno della magistratura che andrebbe a favorire certi adepti e influenzare la politica, Nordio spiega: “A occhio, non avendo letto gli atti, mi pare una grande bufala. Ma certo ci sono intrecci di potere tra correnti della magistratura, politica e anche mass media che andrebbero chiariti. Per questo serve una commissione parlamentare”.

Finché non ci sarà una riforma del Csm, non cambierà nulla: “Ogni procura va per conto suo, e alcuni pm si creano inchieste anche sulla base di elementi opinabili. Per questo ripeto da sempre che è interessante vedere non solo come i processi finiscono, ma anche come nascono. Il rimedio sarebbe molto semplice: come nel sistema britannico, il pm dovrebbe procedere solo sulla base di notizie di reato qualificate, trasmesse dalla polizia giudiziaria. Invece da noi fa quello che vuole, e in base al principio, male applicato, dell’obbligatorietà dell’azione penale, estrae dal cassetto un fascicolo latente, o ascolta un testimone, diciamo, fantasioso, e sulla base di quello iscrive un cittadino nel registro, chiede e ottiene intercettazioni che poi finiscono sui giornali. È un sistema ormai inadeguato, per usare un eufemismo, che va completamente riveduto”.

Sulla riforma della giustizia, l’ex procuratore sostiene che non sia questo il Parlamento che la permetterà: “La riforma della giustizia può, e deve, avvenire su impulso del governo, ma viene decisa dal Parlamento. Ho dei forti dubbi che questo Parlamento intenda procedere alla necessaria riforma radicale. Bisogna intenderci su che riforme. Quella più urgente, perché impatta sull’economia, è quella della giustizia civile, per accelerare i processi. Qui basta copiare dai sistemi che funzionano, a cominciare da quello tedesco, e non dovrebbero esserci elementi divisivi. Per quella penale è un’altra cosa”.

Per l’avvocato Coppi è la politica a non voler riformare la magistratura. A tal proposito a Libero Carlo Nordio spiega: “La politica non fa le riforme perché ha paura delle reazioni della magistratura, e visti i precedenti direi che è un timore fondato. Inoltre spera sempre di servirsene per eliminare l’avversario”.

Redazione

 

 

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