Attualità e politica

‘Il virus non ha orari, fateci aprire a cena’, la richiesta dei ristoratori

Per molti ristoratori il weekend appena trascorso ha rappresentato una boccata d’aria dopo mesi di chiusura, tra zona arancione e zona rossa. I ristoranti fanno tutto sold out complice anche la bella giornata di sole in buona parte dell’Italia.

È il caso per esempio delle Langhe, le colline dal paesaggio vinicolo, che hanno attirato tantissimi piemontesi in questo fine settimana in zona gialla. I gestori parlano di “pioggia di prenotazioni” dopo due settimane che gli sono costate un calo del fatturato del 50, 60%.

“Da mercoledì sono iniziate a arrivare le prenotazioni, purtroppo abbiamo dovuto dire no a molta gente”, dice a La Stampa uno dei proprietari di un ristorante dal Barolo. “Vedo che i nostri clienti sono cambiati. C’è più rispetto delle regole. Ricordiamo bene cosa è successo in estate. Prima un ragazzo si è alzato dal tavolo per andare in bagno, ed è stato letteralmente inseguito e redarguito da una sua amica perché si era dimenticato la mascherina. Avremmo bisogno di poter lavorare anche di sera, sarebbe auspicabile. Così potremmo diluire il flusso delle presenze”, racconta un altro.

La richiesta comune di tutti è quella di poter riaprire la sera: “Che almeno facciano in fretta con i vaccini. Ci sono cose davvero incomprensibili. Come il fatto che ci lascino tenere aperto a pranzo e non a cena, come se il virus avesse preferenze per certi orari”.

I ristoratori hanno speso denaro per adattarsi alle normative anti-Covid e nonostante questo sono stati costretti a chiudere i battenti per un bel po’. Le informazioni tardive sono state deleterie e la speranza è quella che la riapertura di sabato possa essere definitiva.

Redazione

 

 

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