Attualità e politica

Gli ostacoli del percorso di governo: con questi numeri nelle commissioni sarà paralisi

Giuseppe Conte ha raggiunto la maggioranza al Senato con 156 voti, ma non è riuscito ad ottenere la maggioranza assoluta di 161. Con questi numeri, il suo percorso si prospetta tutt’altro che facile. Per far passare i provvedimenti nelle commissioni ha bisogno infatti di 161 voti favorevoli.

Il primo step da superare è l’approvazione alle Camere della relazione sulla giustizia del ministro Alfonso Bonafede, prevista il 26 e il 27 gennaio. Matteo Renzi ha già fatto sapere che voterà no, quindi se i suoi colleghi di Italia Viva si uniranno coralmente a lui, la maggioranza potrebbe andare sotto.

Tra il 23 e il 28 gennaio è prevista l’approvazione del decreto Ristori da parte del Consiglio dei ministri. C’è la possibilità di un emendamento per aumentare i fondi, sottraendo quasi tutti i 4,7 miliardi del cashback, come ha proposto ieri su Facebook Enrico Zanetti, viceministro dell’Economia nel governo Renzi. Il cashback è stato fortemente voluto da Conte e la possibilità che venga azzerato è già di per sé un segnale della fragilità del premier. Inoltre, l’emendamento potrebbe essere presentato nella commissione Bilancio al Senato, dove maggioranza e opposizione hanno gli stessi voti, il che equivale alla bocciatura.

Come racconta il Corriere della Sera, tra il 12 e il 18 febbraio è poi la volta del Recovery Plan in Parlamento, che dovrà essere inviato entro il 30 aprile alla Commissione Europea approvato in tutte le sue parti.

La maggioranza è comunque molto preoccupata sull’iter dei provvedimenti. Il primo problema riguarda il calendario dei lavori: nella conferenza dei capigruppo, il centrodestra avrebbe la maggioranza. Senza i renziani, maggioranza e opposizione sono in parità nelle commissioni più importanti: Affari costituzionali, Bilancio, Esteri e Industria. Ci sono poi le commissioni in cui è l’opposizione ad essere in vantaggio: Cultura, Lavori pubblici, Difesa, Sanità e Ambiente. La maggioranza è invece avanti, anche senza Italia Viva, nelle commissioni di Finanze, Agricoltura, Lavoro e Politiche Ue. Con questi numeri è evidente che il governo Conte non può muoversi e nelle commissioni sarà paralisi.

Redazione

 

 

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