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Recovery Fund: un’occasione unica per l’economia della salute

La sanità e la scienza per la vita sono i pilastri su cui i Governi del G20 stanno improntando piani di investimenti con attenzione alla ricerca e alla transizione digitale. I fondi del Recovery Fund sono una straordinaria occasione secondo De Santis, Dompé e Rocca, ma il nostro governo, destinando solo 9 miliardi sui 209 dedicati all’Italia, sembra non comprendere questa possibilità.

“L’Italia sembra rappresentare l’eccezione: gli investimenti nell’economia della salute rappresentano il fanalino di coda del nostro piano, con soli 9 miliardi previsti sui 209 complessivi destinati al nostro Paese. Questo si somma al nostro pesante ritardo negli investimenti in ricerca rispetto al resto dei Paesi più avanzati, anche limitandosi alla sola Europa: negli ultimi dieci anni il nostro Paese dedica poco più dell’1% del Pil alla ricerca e all’innovazione, senza una vera strategia di allocazione delle risorse e un loro impiego mirato per rimodulare il nostro modello di sviluppo nel contesto internazionale. Questa posizione, se confermata, accentuerà ulteriormente il nostro ritardo competitivo e ci condannerà a un declino sempre più inesorabile”, sostengono al Corriere della Sera i manager di Confindustria.

Nei prossimi 10-15 anni la popolazione italiana sarà sempre più vecchia, con oltre tre milioni di over 65 in più e oltre un milione di over 80. Aumenterà il bisogno di salute, di assistenza e di prevenzione. “Una tendenza che richiede sistemi flessibili e aperti all’innovazione, valorizzando ancora di più il ruolo dei medici e di tutti gli operatori sanitari, insieme alla rete ospedaliera, che può contare su tante realtà di valore pubbliche e private. Chi svilupperà a pieno queste progettualità, si aprirà a prospettive e opportunità impensabili e traccerà uno spartiacque netto fra sviluppo e declino”.

L’innovazione tecnologica applicata al campo sanitario ha portato a risultati importanti: dall’editing genomico (crispr) che permette di contrastare tumori alla diagnosi predittiva che identifica i marcatori di una malattia prima che questa emerga.

“Il binomio tra ricerca e tecnologia ha rilanciato la ricerca in tutte le scienze della vita. Non investire in questa direzione, relegandola all’ultima voce del Next Generation Plan, significa che questa tragica pandemia non ci ha insegnato nulla e che in futuro saremo ancora più esposti sia sotto il profilo del sistema industriale sia sotto quello della sanità. Dobbiamo perseguire questa sfida con il massimo di concretezza”, sostengono De Santis, Dompé e Rocca.

Redazione

 

 

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