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Roberto Cingolani (Leonardo): “Non bisogna avere paura dell’intelligenza artificiale”

Roberto Cingolani, responsabile Innovazione e Tecnologia di Leonardo, azienda leader nei settori dell’aerospazio, difesa e sicurezza, ha raccontato in esclusiva a LaChirico.it come l’intelligenza artificiale possa avere degli effetti positivi sulla vita di tutti i giorni.

Molti sentono parlare di intelligenza artificiale, ma non sanno spiegare cosa sia. “E’ esattamente questo: un algoritmo applicato su grandi basi di dati. E’ il presente e il futuro – spiega Cingolani – In Leonardo abbiamo realizzato un supercomputer, una delle macchine più potenti d’Europa, che ci consentirà di compiere un salto di qualità: per preservare la legacy aziendale in materia di velivoli, elettronica, difesa e cyberspazio dobbiamo restare competitivi nei mercati di riferimento e, nel contempo, puntiamo a essere all’avanguardia nelle nuove frontiere dell’IA e delle sue molteplici applicazioni. Abbiamo reclutato, per l’anno in corso, un team di 68 ricercatori che lavorerà al potenziamento dei nostri prodotti ‘tradizionali’ e al miglioramento dei servizi offerti al cliente, per esempio attraverso la manutenzione predittiva, così come allo sviluppo di nuovi strumenti come il digital design, la smart city, l’internet of things, la crittografia e la quantistica, i materiali innovativi, la robotica avanzata per diversi scopi, dall’elettrificazione del trasporto aereo di corto raggio fino agli obiettivi ambientali per ridurre l’impronta di carbonio degli aeromobili. E’ nostro obiettivo arrivare ad assumere circa 400 giovani nei prossimi tre anni”.

Con il piano strategico “Be Tomorrow – Leonardo 2030”, l’azienda punta a essere motore di sviluppo, progresso e crescita ambientale, in linea con le priorità di NextGenerationEU. “Al centro si trova il Masterplan dell’Innovazione – ci spiega – che consentirà di investire in tecnologie disruptive e trasversali a tutte le aree di business aprendo anche a nuove possibilità di mercato. Leonardo sta puntando su tecnologie che non attengono solo al core business ma che trovino applicazioni più ampie, dalla connettività alla logistica integrata, dalla sanità al monitoraggio climatico e ambientale”.

Secondo Cingolani non dobbiamo avere paura dell’intelligenza artificiale, ma della stupidità naturale. Nell’intervista a LaChirico.it (versione completa disponibile su Il Foglio in edicola), racconta: “Oggigiorno siamo in grado di riprodurre l’intelligenza collettiva di uno stormo di droni che non sono altro che sistemi autonomi intelligenti. Grazie a sistemi satellitari complessi possiamo raccogliere una mole di dati, attraverso un monitoraggio costante, che consente di prevedere il crollo di un ponte o la frana su un’autostrada”.

È importante per Leonardo investire in investire in intelligenza, umana e artificiale. “In Leonardo sentiamo forte la consapevolezza che, tanto più in una fase delicata per la ripresa nazionale, nessuno possa esimersi dal dare il proprio contributo alla visione di un paese più digitale e competitivo”.

Le tecnologie sono una parte integrante della nostra vita. “Non hanno alcun side, sono soltanto strumenti che poi l’uomo può usare per uno scopo positivo o negativo. Un utente non consapevole dei rischi collegati all’utilizzo di una tecnologia è pericoloso”.

Secondo Cingolani, il problema è che il sistema educativo italiano non è al passo con i tempi e siamo analfabeti digitali. “Lo siamo, la maggior parte di noi si approccia a pc e smartphone senza la capacità di gestire il rapporto con questi strumenti. Sin dalle elementari, dovremmo prevedere corsi di Digital Humanities perché l’innovatore inizia a sei anni, soltanto così potremo dominare le macchine senza lasciarci dominare da esse. Serve una gigantesca opera di aggiornamento, a partire dal corpo insegnante. Una conoscenza statica e immutabile rischia di tagliarci fuori dalla competizione globale. Abbiamo bisogno di un sapere cross-fertilizzato, altrimenti resteremo imprigionati in un paradosso: sviluppiamo strumenti via via più potenti sul piano tecnologico in un mondo che ci trova incredibilmente disarmati sul piano culturale”.

Redazione

 

 

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