Per tre europei su quattro l’economia sociale è un fattore importante del bene comune. Addirittura nove su dieci pensano che tutte le imprese dovrebbero avere i valori dell’economia sociale – quindi non il profitto ma l’interesse generale della collettività – come guida delle proprie scelte strategiche. E del resto grazie all’economia sociale un europeo su tre riceve aiuti concreti in settori chiave della vita quali istruzione, formazione, casa.
Sono alcuni de risultati che emergono dalla nuova Indagine speciale Eurobarometro datata 28 ottobre 2025 e presentata a pochi giorni dall’approvazione del Piano nazionale per l’economia sociale varato dal governo italiano. (Corriere della Sera)
In particolare, secondo la ricerca, il 75% degli europei riconosce l’importanza dell’economia sociale per il benessere della società. Una maggioranza significativa è a favore di un ulteriore sostegno all’economia sociale, anche attraverso l’aiuto alle organizzazioni dell’economia sociale (88%), la sensibilizzazione (86%), l’assistenza per la creazione di organizzazioni dell’economia sociale (86%) e il sostegno finanziario pubblico diretto (80%). Un numero significativo di europei (93%) ritiene inoltre che le imprese dovrebbero essere guidate dai valori dell’economia sociale, concentrandosi sugli obiettivi sociali e ambientali, ridistribuendo i profitti e operando con strutture di governance democratiche.
«L’economia sociale – è il commento di Roxana Mînzatu, vicepresidente esecutiva della Commissione europea per i Diritti sociali, le competenze, i posti di lavoro di qualità e la preparazione – fa parte della vita quotidiana degli europei. Dà lavoro a oltre 11,5 milioni di persone e affronta le principali sfide sociali, dando al tempo stesso priorità alle persone e al pianeta. Annunceremo nuove misure per rafforzare l’economia sociale europea nella revisione intermedia del nostro piano d’azione l’anno prossimo».
I risultati dell’indagine mostrano in effetti che anche l’impegno in prima persona per contribuire al bene comune è in crescita: negli ultimi cinque anni la metà degli europei si è impegnata nell’economia sociale, in genere attraverso attività quali il volontariato (18%), le donazioni (18%) o come clienti (15%).




