Economia

Cina, stretta su export di terre rare e tecnologie correlate

La Cina inasprisce le regole per le esportazioni di terre rare e delle tecnologie correlate, ampliando le restrizioni fonte di tensione tra Pechino e Washington. Sulle tecnologie relative all’estrazione di minerali di terre rare, alla produzione di magneti e al riciclaggio di terre rare pende il divieto dell’export, salvo esplicite autorizzazioni, secondo una nota pubblicata oggi dal ministero del Commercio. (Sole 24 Ore)

Le nuove misure sono state adottate con effetto immediato per «salvaguardare la sicurezza e gli interessi nazionali», attraverso i controlli sull’export di tecnologie e prodotti legati alle terre rare e ai loro vettori, tra cui «l’estrazione, la fusione e la separazione, la produzione di materiali magnetici e il riciclaggio delle risorse secondarie, in conformità con leggi e regolamenti pertinenti». La stretta include anche le tecnologie usate per «l’assemblaggio, la regolazione, la manutenzione, la riparazione e l’ammodernamento delle linee di produzione». Gli esportatori, ha precisato il ministero del Commercio, «devono richiedere licenze di esportazione per prodotti a duplice uso» prima delle relative spedizioni all’estero.

Le terre rare rappresentano ancora un importante punto di attrito nei recenti negoziati commerciali tra Cina e Stati Uniti, con Washington che accusa Pechino di rallentare le approvazioni delle licenze di esportazione. Il Dragone è il principale produttore mondiale di minerali vitali per i magneti essenziali per l’industria dell’auto, dell’elettronica e della difesa.

In un altro annuncio, il ministero del Commercio ha chiarito che sarebbero state imposte ulteriori restrizioni alle entità straniere che esportano prodotti correlati al di fuori della Cina: «Per un certo periodo, alcune organizzazioni e individui stranieri hanno trasferito o fornito, direttamente o dopo la lavorazione, prodotti di terre rare controllate originari della Cina per uso diretto o indiretto in aree sensibili come le operazioni militari». La pratica ha causato «danni significativi o potenziali minacce alla sicurezza e agli interessi nazionali della Cina e ha avuto un impatto negativo sulla pace e la stabilità internazionale», ha riferito una nota.

Per decenni Pechino ha investito in modo massiccio nella raffinazione, spesso a danno dell’ambiente, e ha depositato migliaia di brevetti. Pertanto, allo stato è più economico spedire in Cina i minerali per la loro lavorazione, rafforzando il peso della Repubblica popolare. Usa e Ue sono da tempo sono impegnati per aumentare la propria produzione e per riciclare meglio i minerali strategici allo scopo di ridurre la dipendenza da Pechino.

«Siamo preoccupati per l’annuncio» di Pechino sulla stretta alle esportazioni di terre rare e delle tecnologie correlate «e stiamo analizzando i dettagli: la Commissione europea si aspetta che la Cina agisca come un partner affidabile e garantisca un accesso stabile e prevedibile alle materie prime critiche», ha detto il portavoce dell’esecutivo Ue per il Commercio Olof Gill. Durante il summit Ue-Cina di luglio, ha ricordato il portavoce, «le parti hanno concordato di rafforzare le relazioni commerciali aumentando la trasparenza e dando garanzie alle imprese Ue, in particolare nel settore dei magneti e delle terre rare».

Redazione

 

 

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