Boccata d’ossigeno per il mercato auto italiano che nel mese di settembre registra 126.679 immatricolazioni, autovetture con un aumento sullo stesso mese del 2024 del 4,1%. Il consuntivo dei primi nove mesi chiude con un milione e 167.437 immatricolazioni e consolida un calo del 2,9% sull’anno scorso. Secondo il Centro Studi Promotor il risultato dei primi nove mesi dell’anno, proiettato sull’intero 2025 e tenendo conto della stagionalità delle vendite, «consente di prevedere per il 2025 un volume di immatricolazioni di 1.489.164 auto, con un calo del 4,5% sul 2024 e con un calo molto più consistente (-22,3%) rispetto al 2019». (Sole 24 Ore)
In questo contesto Stellantis prova a invertire la rotta sul trend delle immatricolazioni anche sul mercato italiano e recupera, per i marchi Fiat e Alfa Romeo, oltre il 30% di volumi rispetto a settembre del 20204. Tra i brand francesi del Gruppo, Citroen moltiplica quasi per tre i volumi nel mese mentre Peugeot accusa un calo del 17% e Jeep resta sui livelli dell’anno scorso.
Il brand Volkswagen perde quasi il 2% nel mese e il 5% da inizio anno, va bene invece Audi a differenza dei “cugini” Bmw e Mercedes che perdono rispettivamente il 6 e l’8% nel mese. Va male Renault che registra un calo consistente a settembre tanto da registrare da inizio anno una contrazione dei volumi del 13,7%.
brand cinesi accelerano la corsa sul mercato italiano con MG che si consolida primo per volumi, in crescita del 17% nel mese e del 30% da inizio anno e una quota di mercato pari al 3,35%. Byd fa un balzo a settembre e porta da poco più di mille a 14mila le auto immatricolate da gennaio a settembre. Anche Omoda e Jaecoo, marchi in capo al Gruppo Chery, accelerano la corsa e sfiorano da inizio anno l’1% di quota sul mercato. Tesla resta impantanata e perde stabilmente rispetto al 2024 il 30% dei volumi mentre Toyota recupera e cresce nel mese del 2%.
Il risultato di settembre sembra dunque non aver risentito troppo delle notizie relative agli incentivi, al via a partire dal 15 ottobre prossimo. La misura è limitata all’acquisto di auto elettriche a fronte della rottamazione, obbligatoria, di un modello più inquinante. «L’entità degli incentivi è piuttosto significativa e quindi una risposta positiva dovrebbe esserci – argomenta Gian Primo Quagliano – ma l’aver limitato la platea dei potenziali beneficiari a persone con redditi non particolarmente elevati, se è apprezzabile dal punto di vista sociale non sembra molto efficace per sostenere le vendite di auto elettriche, che hanno prezzi non certo abbordabili».