Economia

Oro, deve essere nel portafoglio ma deve entrare in maniera graduale

Instabilità politica. Tensioni geopolitiche. La scelta di avviare, in maniera decisa, il riarmo da parte di alcuni Paesi europei. Ci sono tutti gli elementi per dare ulteriore sostegno al rally dell’oro che ha superato i 3.700 dollari l’oncia. Tanto che nonostante i prezzi stratosferici, alcuni consulenti finanziari stanno comunque suggerendo ai propri clienti di entrare in maniera graduale.

«L’oro è sempre stato presente nei portafogli dei nostri clienti. In media è inserita una percentuale del 5% ma si può arrivare fino al 7-10 per cento – spiega Sebastiano Parillo, responsabile ufficio studi della società di consulenza finanziaria UnoCapital –. Si va oltre soltanto in casi eccezionali. Attualmente, visto il rally del metallo aurifero, in alcuni casi abbiamo portato a casa un po’ di profitti anche per riequilibrare l’asset allocation».

Diverso il caso di chi ha zero oro in portafoglio. «Nonostante i prezzi molto alti – evidenzia Parillo – facciamo acquistare oro in maniera graduale a chi non ne possiede proprio in questo momento. Di solito ci muoviamo in tre fasi con un primo acquisto intorno all’1,5 per cento». Appena c’è uno storno, si fanno poi gli altri acquisti.

Anche la consulente finanziaria indipendente Linda Leodari, suggerisce di acquistare il metallo giallo: «Nei portafogli dei miei clienti di solito siamo a quota 3-4% di esposizione sull’oro. Ho suggerito di aumentare la posizione di 1,5-2% nonostante i prezzi. Consigliamo di investire attraverso Etc». Stesso strumento suggerito da Parillo: «Sì, ai nostri clienti consigliamo di investire in Etc quotati in dollari. E comunque le prospettive per il metallo aurifero sono interessanti nonostante gli attuali prezzi».

C’è però anche chi va controcorrente. È la consulente finanziaria Ida Pagnottella che ha spinto sul metallo aurifero fin dal lontano 2019 suggerendo ai propri clienti di investire addirittura fino al 50% del portafoglio in oro, argento e titoli di società aurifere. «In aprile ho cominciato a sottopesare oro e sovrappesare argento e società aurifere – ribadisce Pagnottella –. Anche l’argento però, nel frattempo, ha corso tanto. Ecco dunque la decisione di ridurre al 35% dal 50% la quota di oro e argento che avevano i clienti in portafoglio. D’altronde, avendo un guadagno del 30% da inizio anno si è deciso di consolidare». E dunque prendere profitto.

Pagnottella però spiega che non è soltanto una questione di prezzi: «Ci sono due scenari da considerare. Se precipitiamo in una fase di stagflazione, quindi recessione più inflazione, il consiglio è di conservare l’oro in portafoglio. Se invece dovesse arrivare la recessione con inflazione in deciso calo, a quel punto meglio vendere l’oro e restare liquidi finché i mercati non si riprendono».

Redazione

 

 

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