C’è da augurarsi che alla fine le pressioni dei partiti della maggioranza sul Mef per una finanziaria “generosa” risultino contenute al minimo perché, se così sarà, il 2025-2026 potrà essere davvero il biennio della svolta storica per i conti pubblici italiani, mentre le finanze non soltanto della Francia, oggi nell’occhio del ciclone, ma anche di Regno Unito e Stati Uniti, stanno sbandando paurosamente. (Sole 24 Ore)
Sicché, l’Italia, a lungo additata come “pecora nera” del debito, può oggi proporsi addirittura come il Paese di riferimento nel G-7 per gestione responsabile e rigorosa del bilancio statale, mentre la stessa austera Germania dovrà invece accrescere il proprio debito pubblico se vorrà ritrovare la via della ripresa dopo sei consecutivi anni di stagnazione. Insomma, l’Italia, a livello delle economie più grandi, da vaso di coccio delle finanze pubbliche in mezzo a tanti vasi di ferro quale era considerata, può realmente diventare, adesso e nei prossimi dieci anni, un vaso di ferro in mezzo a tanti vasi di coccio. Ma il nostro Paese non deve sciupare questa occasione unica e irripetibile proprio ora che è a un passo dal traguardo, cambiando la linea che ci sta premiando.
Un libro dei sogni? No, niente affatto. Non bisogna inventarsi nulla. Basta leggere i dati dell’ultimo Fiscal Monitor del Fondo Monetario Internazionale dell’aprile scorso per capire come andranno le finanze pubbliche nei principali Paesi avanzati da qui al 2030, a politiche invariate. Se, cioè, l’Italia continuerà nel suo attuale percorso virtuoso, mentre le altre economie andranno avanti senza invertire la deriva dei loro deficit. Non c’è soltanto la crisi politica e finanziaria della Francia a tenere banco.
Dal 2019 al 2030, il rapporto debito/Pil di Parigi aumenterà di 30,3 punti percentuali. Ma anche Regno Unito e Stati Uniti registreranno +20 punti ciascuno, la stessa ex-paladina del rigore Germania fara registrare +16 punti. E il nostro Paese? Dopo aver assorbito completamente i residui dei superbonus edilizi, tra il 2019 e il 2030 vedrà aumentare soltanto di +3,9 punti percentuali il proprio debito/Pil, quasi 8 volte meglio della Francia e oltre cinque volte meglio di Regno Unito e Stati Uniti. Dal 2025 al 2030 l’aumento del nostro debito/Pil sarà marginale con un calo già dal 2028 in avanti. All’opposto quello francese aumenterà ulteriormente di 12,1 punti, dopo i precedenti +18,2 punti accumulati dal 2019 al 2025.