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Unioncamere, il caro energia pesa sulle Pmi, 42% senza strategia

La bolletta energetica italiana ad agosto è stata più salata del 41% rispetto a quella della Germania e del 26% rispetto a quella della Francia. Ed il suo peso si fa sentire soprattutto sulle piccole e medie imprese che, nel 42% dei casi (contro il 18% delle medio-grandi imprese) non sanno quale strategia adottare per contenere i costi. (Ansa)

Lo mostrano le indagini di Unioncamere, col contributo del Centro studi Tagliacarne, in occasione della Conferenza nazionale delle Camere di commercio in corso a Cagliari.
“Favorire la messa a terra di tutte le opportunità offerte dalla transizione energetica è tanto più importante in questa fase storica, in cui il bacino del Mediterraneo, con i nuovi conflitti, ha riacquistato una fortissima centralità, per l’intreccio tra crisi globali e opportunità economiche, che lo trasformano da ‘margine dell’Europa’ a snodo strategico globale”, ha sottolineato il presidente di Unioncamere, Andrea Prete.
Le Camere di commercio stanno investendo soprattutto nella promozione delle comunità energetiche rinnovabili (Cer), finalizzate a realizzare impianti fotovoltaici di ultima generazione anche per piccole comunità. “Sappiamo bene – ha aggiunto Prete – che il peso di queste infrastrutture non stravolgerà il mix di approvvigionamento energetico del nostro Paese, ma il nostro obiettivo è favorire quella cultura e quella consapevolezza sulle energie rinnovabili che ancora oggi sconta un divario di informazione nei nostri territori”.
Le pmi in particolare nel 26% dei casi (contro il 19% delle medio-grandi imprese) dichiarano un aumento dei prezzi compreso tra il 50 e il 100% nel 2024. E secondo Eurobarometro, il costo dell’energia è la seconda barriera agli investimenti per le nostre imprese, dopo la burocrazia.

Redazione

 

 

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