La Fed è sotto i riflettori nella settimana che si apre. Mercoledì i mercati si attendono che la banca centrale Usa tagli i tassi d’interesse di 25 punti base a un intervallo compreso tra il 4,00% e il 4,25%, anche se alcuni investitori scommettono su una sforbiciata più netta di 50 punti. Una riduzione del costo del denaro invocata a lungo da Donald Trump e all’origine dello scontro durissimo tra la Casa Bianca e il numero uno della Fed Jerome Powell. Non solo la Fed si riunirà la settimana chi si apre. In arrivo infatti anche le decisioni di Banca del Giappone, Banca d’Inghilterra e Banca del Canada. (La Repubblica)
Fronte dazi proseguono i colloqui tra le delegazioni di Washington e Pechino, mentre il menù dei dati macroeconomici e prevede tra gli altri l’aggiornamento dell’indice Zew del sentiment economico tedesco, che dovrebbe calare per il secondo mese evidenziando una fiducia fragile. Nell’area euro, la produzione industriale è vista in ripresa, mentre l’inflazione finale dovrebbe confermarsi al 2,1%.
Continua sulla sponda domestica il lavoro in vista della prossima legge di Bilancio. La premier Giorgia Meloni ha ribadito ieri che tra gli obiettivi in agenda c’è quello di ridurre il carico fiscale per il ceto medio. Allo studio c’è un taglio dell’aliquota Irpef dal 35 al 33% per i redditi fino a 50/60 mila euro. Misura che se accompagna a una estensione del secondo scaglione potrebbe costare oltre 4 miliardi di euro.



