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Concordato fiscale, arriva un tetto del 10% alla revisione dei redditi

Arriva un tetto alle pretese del fisco per i contribuenti più fedeli che accettano il patto con lo Stato sulle tasse da pagare. La nuova edizione del concordato fiscale biennale per gli autonomi e le partite Iva prevede infatti un tetto massimo del 10% agli incrementi di reddito che il fisco potrà proporre ai contribuenti con il miglior indice di affidabilità fiscale (pari a 10). Gli incrementi di reddito che il fisco inviterà i contribuenti a dichiarare non supereranno il 15% per chi ha un indice Isa pari almeno a 9 e il 25% per chi ha almeno un indice pari a 8. (Corriere della Sera)

Le novità sono previste dal decreto legislativo approvato ieri in via definitiva dal Consiglio dei ministri dopo i pareri del Parlamento. Rispetto alla vecchia versione del concordato, per il nuovo biennio ‘25-’26 viene inclusa, tra le rettifiche del reddito concordato, la maxi deduzione del costo del lavoro, prorogata dall’ultima Legge di Bilancio fino al 2027. Non ci sarebbe, invece, l’estensione del ravvedimento speciale ai redditi del 2023, che avrebbe aperto le porte del concordato anche a chi ha pendenze arretrate con il fisco.

Il termine per l’adesione al concordato biennale è posticipato al 30 settembre, (rispetto al 31 luglio) e si è previsto che la semplice notifica di un avviso bonario non ne determini la decadenza, che si configura solo con la mancata regolarizzazione dello stesso entro gli ordinari 60 giorni. Nel provvedimento ci sono altre norme di carattere fiscale. A partire dai dati del 2025, ai fini della precompilata, la trasmissione dati relativi alla tessera sanitaria avverrà con cadenza annuale anziché semestrale.

Il Consiglio dei ministri ha approvato anche un disegno di legge sul bullismo e cyberbullismo ed il disegno di legge sulla concorrenza, «la terza legge annuale presentata in tre anni da questo governo» ha sottolineato il ministro delle Imprese, Adolfo Urso. Le nuove misure puntano a rendere più efficienti i servizi pubblici locali, il trasporto pubblico regionale ed il trasferimento tecnologico alle imprese. Sarà invece il Parlamento, in sede di esame del ddl, a valutare nuove norme sulla concorrenza relative agli esercizi commerciali, i saldi e il commercio ambulante. Da Urso è arrivata anche una secca smentita alle ipotesi di una separazione in Stm, controllata dai governi italiano e francese: «Vogliamo rafforzarla, non certo smembrarla».

Redazione

 

 

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