Sotto l’ombrello del Green deal e della Direttiva europea sulle energie rinnovabili si ritrovano tutte le iniziative che, dal 2019 a oggi, muovono l’Europa verso decarbonizzazione e adattamento delle infrastrutture energetiche alle nuove fonti sostenibili. L’imperativo ambientale ha chiamato all’azione ogni paese dell’Unione, portando l’Italia alla formulazione del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec) come quadro in cui disporre i propri obiettivi e i mezzi per raggiungerli, a partire dalla formulazione di programmi e strategie coerenti con le politiche di sviluppo sostenibile, che comprendono agevolazioni e finanziamenti. Il Decreto Fer-x, entrato in vigore nel 2025, è l’ultimo sistema pensato dall’Italia per sostenere la realizzazione di infrastrutture per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
Gli obiettivi dell’Italia nella corsa alla decarbonizzazione e alla stabilizzazione del ricorso alle energie rinnovabili si assestano in un fitto panorama di decreti e programmi ufficiali, integrati man mano anche alla luce delle oscillazioni di mercato. Nonostante gli ostacoli, l’Italia non ha smesso di vedere aumenti notevoli della propria capacità rinnovabile installata, registrando solo quest’anno un +52% rispetto al 2024. Un’Italia che, dal punto di vista dell’innovazione energetica, poggia su basi solide, contando sull’attività del più antico operatore del settore in Europa: l’azienda Edison, nata a Milano nel 1883, dopo aver inaugurato l’inizio di una nuova era attraverso il processo di elettrificazione del paese, è tra gli attuali pionieri della transizione green.
Solo nel 2025 il Gruppo ha infatti contribuito significativamente al piano strategico dell’Italia grazie alla costruzione di impianti per la produzione di circa 250 MW di energia eolica e solare. E a seguito delle aste FER-X, di cui è risultato uno dei principali aggiudicatari, la società ha annunciato l’avvio di cantieri per ulteriori 500 MW (in aggiunta ai circa 200 MW già in fase realizzativa) su tutto il territorio nazionale a partire dal 2026. Lavori che si tradurranno in un investimento per oltre 600 milioni di euro e che impiegheranno complessivamente circa 1.000 maestranze e 200 imprese fornitrici.
Attraverso Edison si vede passare la sinergia fondamentale tra i due piani, nazionale ed europeo, una dialettica che non smette di essere efficace quando si tratta della condivisione di obiettivi, a maggior ragione se pensati in funzione del pianeta e di chi lo vive: per il loro contributo agli obiettivi di RepowerEu (il piano varato nel 2022 per far fronte alle ripercussioni sul settore energetico delle svolte belliche a est del continente) i progetti dell’azienda sono finanziati per più del 50% da un accordo con la Banca europea per gli investimenti, che permetterà all’Italia di accelerare il proprio percorso di crescita nelle rinnovabili. Tale finanziamento, articolato in diversi contratti di prestito (il primo dei quali da 200 milioni sottoscritto lo scorso 21 novembre), coprirà più del consueto 50% del costo totale dei progetti, grazie al contributo di larga parte di essi agli obiettivi di REPowerEU, consentendo alla Banca dell’UE di finanziare fino al 75% del costo totale, in linea con la sua “Energy Lending Policy”.
Al fine di accrescere la sicurezza della rete elettrica e la stessa energia rinnovabile in rete, appare indispensabile abbinare agli impianti rinnovabili, come eolico e fotovoltaico per loro natura intermittenti, strumenti di flessibilità e accumulo. In particolare, Edison considera i pompaggi idroelettrici come la forma di accumulo energetico più affidabile e duratura, interamente realizzabile con una catena di fornitura italiana. Per questo motivo la società energetica ha avviato un vasto programma di analisi territoriale per individuare le aree più adatte allo sviluppo di nuovi impianti di pompaggio, privilegiando i territori già dotati di un invaso e in prossimità sia di impianti rinnovabili sia delle dorsali di trasmissione elettrica.
Al termine dello studio, Edison ha individuato cinque progetti di pompaggio idroelettrico al Sud Italia (in Basilicata, Calabria, Puglia, Sardegna e Sicilia), con l’obiettivo di costruire almeno 500 MW di capacità di accumulo nei prossimi anni. Inoltre, secondo uno studio congiunto The European House Ambrosetti -TEHA- e la stessa Edison, si stima in 13,6 GW la potenza di nuovi pompaggi installabile attraverso 56 nuovi impianti in aree già infrastrutturate o prossime a bacini esistenti. La valorizzazione di questo potenziale può generare un impatto economico complessivo di circa 110 miliardi di Euro.





