A settembre l’export torna a crescere su base mensile. L’Istat stima una crescita del 2,6% mentre le importazioni crescono del 4,1%. L’aumento su base mensile dell’export si deve alle maggiori vendite verso l’area extra Ue (+6,4%), mentre l’export verso l’area Ue registra una riduzione dello 0,8%. Su base annua l’export cresce del 10,5% in termini monetari e del 7,9% in volume. (Corriere della Sera)
A sorpresa, il motore principale è proprio il mercato statunitense, dove l’export italiano mette a segno un balzo di oltre il 34% su base annua, nonostante i nuovi dazi introdotti da Washington. Sullo sfondo, però, si vede chiaramente unaItalia a due velocità: l’industria spinge, l’agroalimentare made in Italy soffre.
Il governo esulta e rilancia: il ministro degli Esteri Antonio Tajani ribadisce l’obiettivo di portare il valore dell’export a 700 miliardi di euro entro il 2027, rispetto ai circa 623,5 miliardi dell’ultimo anno pienamente consuntivato. Una scommessa ambiziosa che si gioca tra diplomazia economica, dazi, fluttuazioni del dollaro e la capacità del sistema produttivo italiano di presidiare i mercati ad alto potenziale.
I dati diffusi dall’Istat il 14 novembre 2025, relativi al commercio con l’estero di settembre, segnano una netta inversione di tendenza rispetto al mese precedente. Su base congiunturale (cioè rispetto ad agosto 2025), le esportazioni crescono del 2,6%, mentre le importazioni aumentano del 4,1%. Su base tendenziale (confronto con settembre 2024) il quadro è ancora più robusto: export +10,5% in valore e +7,9% in volume, dopo i cali registrati ad agosto sia in termini monetari sia di quantità.
Il rimbalzo riguarda sia i partner dell’Unione europea sia i mercati extra Ue: le vendite verso i Paesi Ue crescono del 10,2%, quelle verso l’area extra Ue del 10,9%. Un dato che conferma come la ripartenza non sia circoscritta a un solo blocco geografico ma rifletta una domanda complessivamente più vivace per il made in Italy, anche se con significative differenze da settore a settore.
Il miglioramento si riflette anche sulla bilancia commerciale. Secondo le elaborazioni del Ministero degli Esteri sui dati Istat, nei primi nove mesi del 2025 il surplus commerciale italiano si attesta intorno ai 35 miliardi di euro e salirebbe oltre i 70 miliardi se si escludesse la componente energetica. Un cuscinetto importante in una fase in cui l’economia globale procede a velocità ridotta.





