In un contesto internazionale segnato oltre che da stravolgimenti politici anche da scossoni finanziari, i ministri delle Finanze della zona euro hanno compiuto passi avanti in vista della nascita dell’euro digitale, trovando un accordo sulla modalità con cui decidere l’ammontare massimo di denaro a disposizione nel portafoglio di un cittadino. Ciò detto, l’iter legislativo è ancora lungo. (Sole 24 Ore)
«Dopo molto lavoro abbiamo trovato un ampio consenso su un equilibrio che rispetti il mandato e le prerogative di ciascuna istituzione», ha detto qui a Copenaghen il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe. «Stiamo lanciando un segnale della nostra determinazione nel voler avanzare su questo importante progetto. Dal mio punto di vista il futuro digitale dell’euro è una parte essenziale del futuro della divisa».
La proposta di regolamento della Commissione europea risale al 2023. In discussione erano le modalità con cui decidere tra le altre cose il tetto massimo di ogni portafoglio in euro digitale (si presume tra i 5mila e i 10mila euro). L’accordo prevede che la Banca centrale europea faccia una proposta e che il Consiglio abbia sei mesi per dare il suo benestare. Il compromesso riflette la necessità di rispondere alle necessità di entrambe le istituzioni.
Da un lato la Bce vuole fare in modo che l’euro digitale sia davvero utilizzabile, e che il portafoglio abbia una consistenza tale da rispondere alla concorrenza delle nuove criptovalute. Dall’altro i paesi membri hanno a cuore la stabilità finanziaria, poiché in caso di crisi bancaria sarebbero chiamati a intervenire finanziariamente. L’intesa tra la Banca centrale europea e l’Eurogruppo verrà inserita nella posizione negoziale che il Consiglio spera di pubblicare entro la fine dell’anno.
Intanto il Parlamento avanza con lentezza nel valutare la proposta presentata dalla Commissione europea. Il relatore del testo, il popolare spagnolo Fernando Navarrete Rojas, dovrebbe presentare le sue proposte in ottobre. Ancora nel recente passato, prima della pausa estiva, il deputato ha espresso dubbi sull’iniziativa, dicendosi preoccupato dei costi per le banche. Ciò detto, si presume che un accordo in trilogo possa giungere entro la fine del 2026, con l’avvio dell’euro digitale nel 2029.
La trafila è andata finora a rilento. Se è vero che vi è crescente urgenza di dotare la zona euro di una propria valuta digitale, sia per rispondere alla nascita di divise simili in giro per il mondo che per contrastare l’uso delle criptovalute, è anche vero che il passaggio è delicato. In Parlamento le discussioni sono intense. Alcuni partiti si chiedono, per esempio, perché sia necessario mettere un tetto ai portafogli in euro digitale, visto che la valuta è garantita dalla BCE.