Economia

Lavoro: sul tavolo aumenti contrattuali detassati e sconti sul welfare

Oltre a essere stato evocato dalla premier Giorgia Meloni, che al Meeting di Rimini ha rilanciato la necessità di sostenere salari e ceto medio, il capitolo lavoro della prossima manovra ha già cominciato ad animarsi con le proposte a cui stanno lavorando Governo e maggioranza. Il cantiere si è appena aperto, e molto dipenderà da costi e coperture su cui dovrà poi decidere il ministero dell’Economia, guidato dal “prudente” Giancarlo Giorgetti. (Sole 24 Ore)

Il piatto forte è quello fiscale, con l’obiettivo di ridurre dal 35 al 33% l’aliquota per i redditi fino a 50mila euro (costo 2,5 miliardi) o, se possibile, applicare questa richiesta fino a 60mila euro (servirebbero altri 1,5 miliardi).

Ma accanto alle tasse si guarda ad altri filoni, a partire dal welfare. Un’idea è quella di innalzare il tetto della deducibilità dei versamenti alla previdenza complementare (oggi 5.164,57 euro l’anno). L’obiettivo, spiega la senatrice Paola Mancini (Fdi), componente della commissione Lavoro di palazzo Madama, è duplice: «Rafforzare il secondo pilastro, ancora poco conosciuto, soprattutto dai più giovani, e incrementare i salari con una maggiore convenienza fiscale».

Per Mancini è fondamentale inoltre «proseguire sulla strada della detassazione dei premi di produttività, visti i numeri positivi sulla ripresa e sull’espansione della contrattazione di secondo livello. Sono favorevole poi alla detassazione degli aumenti contrattuali, e a una tassazione agevolata del lavoro straordinario e festivo. Bisogna intervenire anche sui buoni pasto e sull’indennità di trasferta – ha proseguito l’esperta di lavoro di Fdi – perché entrambi vanno rafforzati».

I numeri parlano chiaro. Oggi meno di due lavoratori su cinque sono iscritti alla previdenza complementare. Dall’ultimo rapporto annuale della Covip emerge che il tasso di partecipazione, al netto dei minori di 15 anni, è del 38,3%, in leggera crescita sul 2023 (36,9%). E ad aderire alle pensioni integrative è non più del 29,9% degli occupati under 35, con un aumento, comunque, dell’8,4% rispetto al 2019. Sta andando bene la contrattazione di secondo livello legata alla produttività: al 15 luglio, secondo l’ultimo focus del ministero del Lavoro, sono 4.225.193 i lavoratori interessati da premi legati a un contratto di produttività, con un premio medio da 1.601,51 euro l’anno.

Sempre sulla contrattazione la Lega, con il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, spinge per favorire i rinnovi contrattuali. Il Carroccio propone, alla scadenza del Ccnl, di far scattare l’aumento, a prescindere dai tempi dell’effettivo rinnovo. A decidere l’incremento dovrà essere la contrattazione. Secondo l’Istat, a fine giugno i contratti in attesa di rinnovo sono 31 e coinvolgono circa 5,7 milioni di dipendenti, il 43,7% del totale.

I maggiori ritardi sono nel terziario e nella Pa. Ma qui la macchina ha accelerato al punto che a breve dovrebbe assumere forma definitiva la “direttiva madre” che avvia i rinnovi del 2025/27.

Redazione

 

 

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