Economia

Italia, l’export sale nonostante i dazi. Industria in calo ma cresce la fiducia

Più nel dettaglio, l’indice destagionalizzato della produzione industriale cresce su base mensile solo per l’energia (+0,7%), mentre cala per i beni intermedi (-1%) e i di consumo (-1,3%), rimanendo stabile per quelli strumentali. Tra i settori che registrano gli incrementi tendenziali maggiori spicca quello la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+6,1%), l’attività estrattiva (+5,1%) e la fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria (+4,7%). Le flessioni più rilevanti si riscontrano nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-5,6%), nella produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (-5,2%) e nella produzione di prodotti chimici (-4%). In miglioramento ad aprile, dopo due mesi di flessione, il settore delle costruzioni, dove l’indice destagionalizzato è aumentato in termini congiunturali del 2,4%. Anche nella media del trimestre febbraio–aprile la produzione nelle costruzioni in Italia è aumentata in termini congiunturali (+1,7%). Rallenta, invece, la crescita dei servizi (+0,8% a marzo e +0,4% ad aprile). (Il Messaggero)

Nonostante l’incertezza del quadro internazionale legata ai dazi, nel complesso l’Italia vede crescere sia l’export sia l’import di beni in valore, rispettivamente del 2,5% e del 6% rispetto allo stesso periodo del 2024, come conseguenza «di un probabile effetto anticipo degli scambi in previsione di dazi». Bene le vendite di prodotti farmaceutici (+38,7%), che hanno un peso rilevante negli scambi dello Stivale. Anche le vendite dei mezzi di trasporto, esclusi gli autoveicoli (-11,6%), risultano in aumento del 10,3%. Quelle di metalli e prodotti in metallo segnano un +5,8%, mentre alimentari, bevande e tabacco segnano un +5,3%. L’incremento delle vendite ha riguardato sia i mercati Ue sia quelli extra-Ue: la variazione nel periodo gennaio-aprile è stata pari rispettivamente a +2,8 e +2,1%. Decisivo l’incremento dell’export verso Germania (+4,1%), Francia (+1,8%) e Spagna (+10,8%) che insieme rappresentano più della metà delle vendite italiane dirette in Ue. Tra i mercati extra-Ue, particolarmente dinamici i flussi verso Svizzera e Usa (+13,1 e +8,4 %).

Redazione

 

 

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