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Birol (Iea): “Obiettivo zero emissioni è possibile ma tutti i paesi devono contribuire”

“Molti grandi Paesi si sono impegnati ad azzerare le emissioni di CO2 entro i prossimi decenni, la maggior parte entro il 2050. Ma non tutti i decisori politici hanno compreso fino in fondo quali sono i cambiamenti necessari per decarbonizzare davvero il comparto energetico. Il nostro è il tentativo più completo mai fatto per mostrare cosa significa per il settore dell’energia avere zero emissioni entro il 2050”, lo afferma Fatih Birol, direttore dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (Iea).

“Ogni nazione farà il suo cammino. Alcuni saranno più rapidi nella decarbonizzazione, altri procederanno più lentamente. Ma una cosa deve essere chiara: se la maggioranza dei Paesi non seguirà questa roadmap a livello globale non avremo alcuna chance di raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni nel 2050. Ci sono però buoni motivi per sperare”, spiega Birol in un’intervista a Repubblica.

L’Europa può giocare un ruolo da protagonista nella transizione energetica: “Se l’Europa seguirà la nostra roadmap dovrà ammodernare la sua industria energetica e potrà diventare leader del settore. Oggi ci sono Paesi che esportano petrolio, carbone, gas. In futuro si esporteranno tecnologie per l’idrogeno, per l’eolico off-shore, per le batterie. La Ue può cogliere questa occasione, con grandi benefici economici per i suoi cittadini”.

Sulle ripercussioni della transizione energetica, come per esempio la perdita di posti di lavoro nel settore petrolifero o del gas, Birol spiega: “Se i governi seguiranno la nostra roadmap, nel 2040 tutto il fabbisogno mondiale di elettricità sarà soddisfatto da centrali fotovoltaiche, eoliche, idroelettriche, geotermiche e in alcuni paesi come Francia e Cina da una piccola quota di nucleare. Ci sarà quindi un crollo nella domanda di petrolio e di gas. Ma prevediamo che gli investimenti nelle rinnovabili produrranno 30 milioni di nuovi posti di lavoro, soprattutto nei settori del fotovoltaico, dell’efficienza energetica, delle nuove reti intelligenti di distribuzione. A fronte dei 5 milioni di posti di lavoro persi nell’industria dei combustibili fossili. La vera scommessa dei governi è gestire con saggezza questa trasformazione”.

Un ruolo importante lo svolgerà l’idrogeno nei prossimi anni: “Prevedo un futuro brillante per l’idrogeno. Presto produrre idrogeno verde, quello ottenuto da energie rinnovabili, costerà molto meno e questo moltiplicherà la sua diffusione. Ma penso che sarà usato principalmente per fornire energia all’industria pesante e ai trasporti su grandi distanze”.

Redazione

 

 

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