Le principali compagnie petrolifere statali cinesi hanno sospeso gli acquisti di petrolio russo via mare dopo che gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni a Rosneft e Lukoil, le due maggiori compagnie petrolifere russe. Lo rivela Reuters citando diverse fonti commerciali. La decisione arriva mentre le raffinerie in India, il maggiore acquirente di petrolio russo via mare, si preparano a ridurre drasticamente le importazioni di greggio da Mosca, per conformarsi alle sanzioni statunitensi imposte in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte del Cremlino. (Corriere della Sera)
Mercoledì 22 ottobre, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha imposto sanzioni a Rosneft e Lukoil. Le sanzioni mirano a «ridurre» la capacità del Cremlino di finanziare la sua guerra in Ucraina, ha spiegato il dipartimento. L’amministrazione Usa ha fissato il 21 novembre come termine ultimo per la chiusura delle operazioni, il che significa che le aziende hanno quasi un mese di tempo per concludere o annullare gli accordi in essere con Rosneft e Lukoil. La decisione di lasciare un margine di quasi un mese è stata presa per evitare di scatenare il caos nei mercati petroliferi.
«Il prezzo del petrolio è in forte rialzo sui mercati internazionali, sostenuto dalle indiscrezioni secondo cui New Delhi sarebbe pronta a sospendere gli acquisti di greggio russo. La notizia segna un potenziale punto di svolta negli equilibri energetici globali e mette ulteriore pressione sull’offerta mondiale di idrocarburi», ha dichiarato a LaPresse Gianclaudio Torlizzi, fondatore T-Commodity, consigliere del ministro della Difesa ed esperto di materie prime e mercati.
«Fino a settembre la Russia ha rappresentato circa il 36% delle importazioni di petrolio indiane, pari a 1,75 milioni di barili al giorno. Una quota resa possibile grazie a sconti record e a un sistema di pagamenti parallelo in yuan e dirham», ha aggiunto Torlizzi. «Tuttavia, le nuove sanzioni statunitensi su Rosneft e Lukoil, annunciate nei giorni scorsi, stanno spingendo il governo Modi a riconsiderare il rapporto energetico con Mosca – ha evidenziato – . Particolarmente esposta è la raffineria di Vadinar, di proprietà di Nayara Energy, controllata al 49% da Rosneft, con una capacità di 400 mila barili al giorno. L’impianto dipende quasi interamente da greggio russo e rischia ora di trovarsi in difficoltà operative».
Nel frattempo le sanzioni americane alle principali società petrolifere russe fanno correre sui mercati i prezzi del greggio e del gas. Sul fronte del petrolio il Wti registra un balzo del 5,3% a 61,62 dollari al barile e il brent si attesta a 65,75 dollari (+5%). Per quanto riguarda il gas, ad Amsterdam le quotazioni sono in aumento del 2,3% a 32,51 euro al megawattora.





