Internazionale

Il doppio nobel al femminile risponde ai pregiudizi di genere

Non potevano trovare risposta migliore ai pregiudizi di genere Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna che si sono aggiudicate ieri il premio Nobel per la Chimica.

Le due ricercatrici hanno scoperto il metodo Crispr/Cas9, il taglia-incolla del Dna che permette di riscrivere il codice della vita. È uno strumento di altissima precisione. Può essere utilizzato contro il cancro, le malattie ereditarie o anche per i test anti Covid.

Le scienziate hanno dedicato il premio a tutte quelle giovani donne che vogliono intraprendere questa strada, ma sono forse un po’ scoraggiate. Sperano che questo riconoscimento sia un segnale chiaro per tutti: anche le donne possono dare un valore aggiunto alla ricerca.

La vittoria di Emanuelle e Jennifer arriva dopo diverse occasioni in cui altri esperti hanno mosso delle critiche, come il Nobel per la Medicina del 2015 Hunt che aveva contestato l’operato delle donne nei laboratori.

Dallo studio condotto da Fondazione Deloitte emerge che solo 1 studente su 4 è di sesso femminile, eppure le donne in ambito di studio tecnico-scientifico hanno ottenuto negli ultimi dieci anni performance migliori.

Oggi il mondo sta cambiando. Il Cern, l’organismo europeo per la ricerca nucleare, è diretto da una donna, italiana, Fabiola Gianotti, ormai da 4 anni, e il successo di Emmanuele e Jennifer lo dimostra.

Redazione

 

 

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