Internazionale

Il modello svedese tra poche restrizioni e tanti vaccini

“È come cercare di uccidere una zanzara con un martello”, è una delle dichiarazioni dell’epidemiologo di Stato svedese Tegnell sull’inefficacia del lockdown. Il cosiddetto modello svedese per il contenimento della pandemia è un caso a sé rispetto al resto del mondo. Il governo non ha mai imposto restrizioni, ma si è affidato al buon senso dei cittadini e ha semplicemente “raccomandato” di limitare gli spostamenti. Le scuole non sono state chiuse, così come bar e ristoranti. “Siamo di fronte a una malattia che è qui per restare ed è necessario costruire sistemi che possano farvi fronte in maniera duratura”, ha spiegato Tegnell a chi lo ha spinto a chiudere le scuole.

Come riporta il Corriere della Sera, se osserviamo i dati, notiamo che un milione e centomila su circa 10 milioni di abitanti hanno contratto il Covid in Svezia e, quindi, l’11% della popolazione. La campagna vaccinale ha immunizzato finora l’81,5% degli svedesi con una dose e il 65,8% con due.

In Norvegia ha contratto il Covid il 2,9% dei cittadini, mentre in Finlandia il 2,2% della popolazione. Secondo la comunità scientifica, il confronto dovrebbe essere fatto proprio con gli altri Paesi scandinavi, e da qui si nota che i casi di mortalità e di contagio in Svezia sono di più ma gli effetti sul Pil (-3%) sono i medesimi. Secondo Tegnell, invece, il Paese dovrebbe essere confrontato con il resto d’Europa per densità abitativa. In ogni caso, ciò che emerge è che la pandemia in Svezia non è stata catastrofica quanto in altre parti del mondo.

Nonostante i numeri, il metodo svedese riceve pareri contrastanti, ma la strategia di Tegnell non è mai cambiata, neanche quando a dicembre re Carl XVI Gustaf ha dichiarato: “Sul Covid-19 abbiamo sbagliato”.

Redazione

 

 

Articoli Correlati

Lascia un commento

Back to top button
Do NOT follow this link or you will be banned from the site!